"Fahrenheit 451" e il dibattito sui limiti alla libertà di espressione

Considerato un classico della letteratura distopica del Novecento, Fahrenheit 451 si dimostra ancora oggi un testo ricco di suggestioni per il giurista, indicando diversi possibili percorsi di lettura. Se, tradizionalmente, i roghi dei libri realizzati dai “Militi del fuoco” sono ricondotti alla cen...

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Detalles bibliográficos
Autor principal: Locchi, Maria Chiara
Formato: Artículo
Idioma:Italiano
Publicado: 2016
Materias:
Acceso en línea:https://dialnet.unirioja.es/servlet/oaiart?codigo=5771539
Fuente:Anamorphosis: Revista Internacional de Direito e Literatura, ISSN 2446-8088, null 2, Nº. 1, 2016 (Ejemplar dedicado a: janeiro-junho), pags. 33-52
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Sumario: Considerato un classico della letteratura distopica del Novecento, Fahrenheit 451 si dimostra ancora oggi un testo ricco di suggestioni per il giurista, indicando diversi possibili percorsi di lettura. Se, tradizionalmente, i roghi dei libri realizzati dai “Militi del fuoco” sono ricondotti alla censura degli Stati autoritari o totalitari, l’opera di Ray Bradbury è altresì in grado di sollecitare la riflessione giuridica intorno al tema, cruciale, dei limiti alla libertà di espressione negli Stati democratico-pluralistici, con riferimento a nodi problematici di grande attualità quali la libertà di insegnamento nella scuola pubblica e la criminalizzazione dell’hate speech a tutela delle minoranze negli ordinamenti costituzionali occidentali. La domanda che Fahrenheit 451 sembra rivolgere al diritto, in ultima analisi, ruota intorno al rapporto tra libertà e autorità e alla determinazione delle condizioni di convivenza tra diversi nelle società pluraliste contemporanee.